Il nostro antiproibizionismo come AGRORESISTENZA CANNABICA contro i padroni del mondo
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- Creato Martedì, 03 Maggio 2016 12:56
Il proibizionismo della cannabis non è una calamità naturale, come un terremoto o una inondazione, fu introdotto negli USA nel 1937, con il “Marijuana Tax Act” e subito dopo esportato in tutto il resto del mondo. Le motivazioni del primo divieto sono storia e oramai non vengono più messe in discussione nemmeno dai proibizionisti.
È del 1937 anche l’immissione in commercio della Aspirina della Bayer e del brevetto Nylon del petroliere DuPont, divenuta in poco tempo la fibra sintetica con la quale sostituire tutte le fibre naturali come, Canapa, Cotone, Lino e Seta. L’importazione della seta dalla Cina, necessaria per tessere i paracaduti, era impedita dal Giappone, che controllava l’area nel conflitto bellico contro gli Stati Uniti, “Now You Lose Old Nippon” è l’acronimo di NYLON.
E’ indiscutibile, però, che la quantità di seta utilizzata all’epoca per i tessuti era proporzionalmente irrilevante rispetto alla fibra di canapa impiegata per tutto il resto, come è evidente che non solo per l’Aspirina contro il mal di testa, ma in numerose patologie e per molti altri prodotti dell’industria farmaceutica, la cannabis è tuttora un pericoloso concorrente, soprattutto perche ottenibile in casa, auto-coltivando una più che valida alternativa alle loro merci.
Monsanto, Syngenta, DuPont, Dow Chemicals, Bayer e Basf, controllano il mercato mondiale dei pesticidi, dei brevetti di semi e il 100% degli OGM.
Per ora, queste multinazionali non possono commercializzare in Europa i loro semi OGM e 82 pesticidi vietati che diverrebbero legali se fosse approvato il TTIP (vedi: http://bit.ly/TTIP-via-libera-pesticidi-vietati-EU), oltre a 10 cibi contenenti sostanze pericolose consentite negli USA (vedi: http://bit.ly/TTIP-via-libera-cibi-pericolosi-EU).
Che il Monopolio di Stato, tanto sbandierato come soluzione dalla proposta legge Intergruppo Cannabis Legale, non possa garantire per la cannabis la qualità di quella auto-coltivata individualmente o in forma associata (Cannabis Social Club) lo dimostra il fatto che nelle sigarette delle multinazionali del tabacco, commercializzate dai monopoli dei vari paesi, non ci sono “solo” i circa 600 additivi ammessi.
Le cronache giudiziarie ci rivelano episodi di cause collettive per avvelenamento dei braccianti come quella in Argentina, contro la Monsanto, insieme ad altre multinazionali del tabacco quali Altria Group fka Philip Morris Cos., Philip Morris USA, Carolina Leaf Tobacco, Universal Corporation fka Universal Leaf Tobacco Company (vedi: http://bit.ly/Monsanto-avvelenamento-braccianti-Argentina).
Abbiamo recentemente pubblicato sul nostro sito la traduzione dell’articolo di un noto attivista canadese sulla cannabis legalmente coltivata in Canada con i pesticidi della Monsanto (vedi: http://bit.ly/monsanto-health-canada-cannabis) e un altro articolo sulle partite di cannabis legale sequestrate in Colorado, perché pesantemente inquinate da pesticidi (vedi: http://bit.ly/Colorado-ritirata-partita-cannabis-legale), che riteniamo essere la conferma di quanto sia pericoloso affidare al profitto, la nostra amata piantina.
Il proibizionismo sulla CANNABIS è sorretto dalle convenzioni internazionali che limitano gli spazi di manovra dei singoli stati e, come abbiamo visto, anche UNGASS 2016 è stata un nulla di fatto.
Questo proibizionismo fu inventato nel ’37 negli USA per difendere gli interessi delle multinazionali: se la cannabis in Italia fosse “legalizzata” affidandola al monopolio, potremmo subire la beffa di dover comprare dagli stessi che, per difendere i propri interessi, ce la vietano ora.
Non è possibile essere antiproibizionisti e battersi per il diritto a coltivare le proprie piante senza difendere i beni comuni, dato che uno di questi è proprio la CANNABIS, senza opporsi al TTIP, senza contrastare le prepotenze delle multinazionali, in difesa delle biodiversità, della salute pubblica e contro ogni monopolio che permetterebbe a costoro di vendere a noi, con le loro tecniche colturali, ciò che noi intendiamo auto produrre.
I documenti segreti pubblicati da Greenpeace Olanda dimostrano che i nostri timori erano fondati. Il TTIP è l'eclissi della democrazia perché sposta il baricentro del potere decisionale dai popoli alle multinazionali, che grazie a esso potranno impugnare le decisioni che proteggono l'ambiente e i consumatori davanti a un tribunale solo perché sono minacciati i loro profitti.
Sarebbe una ennesima limitazione della possibilità di decidere dei popoli, potremmo vincere qualsiasi referendum,ma nessun governo locale potrebbe opporsi, una ennesima riduzione non solo della partecipazione democratica ma anche una limitazione delle sovranità nazionali. Saremmo sempre più una colonia, ma non di un'altro stato, bensì delle multinazionali!
È del 2 maggio, infatti, la divulgazione di altre parti segrete del trattato visionabili al link:
BREAKING! TTIP leaks: Greenpeace Olanda rivela i testi segreti del TTIP
Per maggiori info, consulta anche il portale STOP-TTIP-ITALIA.NET al seguente link:
TTIP Papers. Stop TTIP Italia: “fermiamoli subito”